Risarcimento mobbing milano

Per mobbing si intende "una pratica persistente di danni, offese, intimidazioni o insulti, abusi di potere o ingiuste sanzioni disciplinari che induce in colui contro il quale è indirizzata sentimenti di rabbia, minaccia, umiliazione, vulnerabilità, perdita di fiducia in se stesso".

Questi comportamenti seriali sono espressivi di un disegno finalizzato alla vessazione o alla persecuzione del lavoratore, in modo tale che ne consegue un effetto lesivo della salute psicofisica del dipendente. La condotta del datore di lavoro è lesiva quando pone in essere, in modo prolungato e sistematico, più comportamenti a carattere persecutorio, illeciti o anche di per sè leciti.

Autori del mobbing (mobber) possono essere uno o più colleghi di lavoro, un superiore gerarchico oppure la stessa Azienda che intende in questo modo eliminare un dipendente senza passare attraverso il licenziamento.

La valutazione medico legale del danno biologico da mobbing comprende l'accertamento della realtà del danno con la constatazione obiettiva della lesione e la conferma delle circostanze e delle cause responsabili del fatto lesivo. Compito della medicina legale è la quantificazione del danno, sulla base di una precedente accurata valutazione psicologica. L'analisi del caso si conclude con una perizia medico legale di parte e una eventuale assistenza in sede giudiziaria.

Fondamentale è preliminarmente stabilire tutte le cause e le circostanze che hanno contribuito a produrre l'effetto dannoso, cause che devono dal medico legale essere valutate per incidenza in termini qualitativi e quantitativi. Nell'analisi del singolo caso il medico legale non potrà prescindere dallo studio dell'individuo, dalla sua particolare capacità di reazione e dall'ambiente in cui si è formato.

Per i sopra detti motivi si evince come si debba individualizzare il caso, senza percorrere inquadramenti standardizzati per l'accertamento di un caso di mobbing.

Recentemente è intervenuta la Corte di Cassazione con una Sentenza, la numero 10037/2015, che specifica le condizioni in base alle quali il lavoratore può ritenersi vittima di mobbing. I giudici della Suprema Corte hanno individuato le linee guida con cui il dipendente deve provare, con l'ausilio del medico legale, di essere stato danneggiato sul posto di lavoro.

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