Neoplasia mammaria
Il seno è da sempre il simbolo di maternità e di femminilità. Esso è oggetto di molte cure mirate essenzialmente ad esaltare e a conservare il più a lungo possibile la sua bellezza.
Nella donna, il seno si sviluppa intorno ai 12/13 anni e il suo “sbocciare” segna il passaggio dall’infanzia alla pubertà. Raggiunge il massimo splendore nell’età adulta, per proseguire la sua completa maturazione dopo la gravidanza e l’allattamento. Intorno ai 20 anni la sua pelle si presenta tonica ed elastica e le mammelle sono perfettamente sostenute dai legamenti di Cooper. La sua forma e dimensione dipendono molto dal quantitativo di tessuto adiposo che, insieme al tessuto connettivo, costituiscono lo stroma. Il suo compito è quello di sostenere e di controllare lo sviluppo e la funzione delle ghiandole. La potenzialità di crescita della ghiandola mammaria si mantiene, per tutta la vita riproduttiva della donna, sotto lo stimolo degli ormoni sessuali. Durante la menopausa, quando vengono a mancare la regolare attività delle ovaie, prevalgono invece i fenomeni di regressione senile.
La mammella è una ghiandola esocrina (emette all’esterno il suo prodotto). La sua funzione è quella della produzione del latte (solo nel periodo successivo al parto) che esce sotto lo stimolo della suzione.
La ghiandola mammaria è costituita da:
- L’apparato duttulo-lobulare che comprende i dotti periferici e gli acini (dove si produce il latte)
- Il sistema dei dotti galattofori che permettono di sottoporsi a questi esami, occorre che la donna esegua regolarmente
l’autoesame con l’autopalpazione del seno, controllo “fai da te” semplice da eseguire e che non richiede troppo tempo. Questo tipo di esame rappresenta un’eccezionale opportunità soprattutto per quelle donne che, per timore o trascuratezza, non si sottopongono a visite mediche. Questo accertamento può aiutare la donna a trovare eventuali “anomalie” presenti all’interno del seno. Tutti i noduli devono essere esaminati e valutati dal medico per escludere una diagnosi di tumore al seno.
Epidemiologia
Nel nostro paese la prima causa di morte per le donne tra i 35 anni e i 44 anni è il carcinoma mammario. Il tumore al seno rappresenta la prima neoplasia per frequenza nelle donne sotto i 45 anni, con una incidenza ancora più elevata nelle donne fino a 65 anni. Colpisce 1 donna su 8 nell’arco della vita e rappresenta il 29 % di tutti i tumori femminili e comporta una mortalità del 16%.
L’incidenza più alta è registrata nel Nord America con 90 casi ogni 100000 donne. In Europa, ogni anno più di 200000 donne vengono colpite da tumore al seno, con un’incidenza variabile dal 5 al 10% a seconda dei Paesi. In Italia l’incidenza è medio-alta. I casi di cancro al seno diagnosticati sono di circa 31000 all’anno, con un’incidenza crescente dal sud al nord.
Negli ultimi 6 anni l’incidenza del tumore al seno ha raggiunto il 13.8%; i dati relativi alle donne under 45 sono particolarmente allarmanti. Per esse è calcolato un incremento del 28.6%, una popolazione attualmente esclusa dalle attuali campagne di screening.
Fattori di rischio
Esistono diversi fattori di rischio che concorrono allo sviluppo del carcinoma mammario.
I più rilevanti fattori di rischio non modificabili sono:
- Sesso
- Età
- Predisposizione genetica: mutazioni dei geni BRCA1, BRCA2 (che comportano un rischio del 60-90% di sviluppare nel corso della vita un carcinoma mammario).
Fattori ambientali
esposizione alle radiazioni ionizzanti in età infantile e/o giovanile (ad esempio in donne con pregresso linfoma di Hodking)
Fattori riproduttivi e ormonali
menarca precoce e menopausa tardiva (dopo i 55 anni). La maternità, al contrario, si pensa possa avere un ruolo protettivo, infatti le donne che hanno partorito un figlio mostrano un rischio inferiore del 25% rispetto a coloro che non hanno avuto prole, ed il rischio è tanto minore quanto più precocemente è avvenuto il primo parto. Infine l’allattamento protratto > 24 mesi ha un effetto protettivo.
Fattori di rischio modificabili
- Fumo
- Obesità
- Alcool
- Stile di vita: una dieta ricca di vegetali, frutta, fibre associata ad una regolare attività fisica sembra che diminuiscano il rischio di sviluppare il tumore al seno. Al contrario, una dieta ricca di grassi saturi, proteine animali associati al consumo di alcool, fumo e vita sedentaria aumentano tale rischio. 30 minuti di attività fisica moderata tutti i giorni riduce del 30% la possibilità di sviluppare il cancro al seno.
- Terapie ormonali: HRT, estroprogestinici, che comportano un minimo aumento del rischio.
Segni e sintomatologia
Negli stadi iniziali il tumore è spesso asintomatico e si manifesta come una lesione di consistenza dura, fissa rispetto ai piani circostanti. Talvolta possono essere presenti anche erosioni del capezzolo (malattia di Paget), o secrezioni siero-ematiche.
Negli stadi più avanzati il tumore può causare l’aumento delle dimensioni dei linfonodi loco-regionali (ascellari e sovra/sottoclaveari) o sintomatologia pluridistrettuale in caso di metastasi a distanza (es dolori ossei) . In questi casi, la lesione mammaria può raggiungere dimensioni considerevoli e, in alcuni casi, può apparire come una mastite carcinomatosa caratterizzata da edema a “buccia d’arancia”, eritema diffuso e dolore mammario. In caso di tumori dei quadranti centrali, i capezzoli possono retrarsi e vi può essere associata o meno una secrezione ematica.
Il dolore rappresenta un sintomo raramente associato al carcinoma mammario.
Uno studio effettuato su quasi mille donne con dolore al seno ha dimostrato che solo lo 0.4% di esse aveva una lesione maligna, mentre nel 12.3% erano presenti lesioni benigne (come le cisti) e nella restante percentuale dei casi non era presente alcun tipo di
lesione. Il dolore era quindi provocato solo dalle naturali variazioni degli ormoni durante la fase del ciclo.
Al contrario, la comparsa di un nodo mammario clinicamente palpabile e asintomatico rappresenta il segno più comune di
carcinoma mammario. Occorre precisare che fra tutti i nodi palpabili, il 90 % sono benigni, sebbene sia opportuno sottoporre ogni nodo di dubbia benignità all’imaging a verifica citologica con ago da 21 gauge o microistologica (agobiopsia con ago 14-16 gauge).
La metà dei casi si compare nel quadrante supero-esterno della mammella.
Riassumendo, i segni rilevanti per la diagnosi del tumore al seno, oltre alla comparsa di un nodo clinicamente palpabile sono:
- Modificazioni della conformazione generale o localizzata del seno, quali retrazioni cutanee o comparsa di pelle a buccia d’arancia
- Alterazioni del capezzolo (retrazione, erosioni, esulcerazioni) e/o secrezioni ematiche da un solo (Veronesi U. "Manuale di Senologia oncologica". Masson, Milano, 1995.) capezzolo (se la perdita è bilaterale e di tipo sieroso, probabilmente potrà essere una causa ormonale
- Calo ponderale
La maggior parte dei tumori del seno, viene tuttavia diagnosticata solo mediante tecniche di imaging radiologica quali la mammografia, l’ecografia e la risonanza magnetica.
Diagnosi precoce
La prevenzione del tumore al seno è da tradurre in realtà in diagnosi precoce. L’autopalpazione è il metodo più semplice ed è alla portata di tutti.
Oggi è anche prevista una nuova tecnica mammografica.
Di fondamentale importanza anche gli esami di controllo: la mammografia da effettuarsi una volta all’anno, è l’esame più
importante per le donne oltre i 45 anni.
Secondo le linee guida AIOM, dai 30 ai 45 anni sembra essere più efficace l’utilizzo dell’ecografia a causa della maggiore densità mammaria.
La prevenzione del tumore al seno deve cominciare in giovanissima età, a partire dai 20 anni con l’autopalpazione eseguita regolarmente ogni mese.