Test sierologici Covid 19

L'Italia si prepara a mappare entro fine aprile un campione tra i 150 e i 200mila cittadini (tra i 6 e i 90 anni) per vedere qual è la percentuale della popolazione immune al Sars-CoV-2, crescono quindi le curiosità e i dubbi dei cittadini per capire come funzionano i test sierologici e come si eseguono.

Proviamo a rispondere ad alcune domande.

Meglio i test con prelievo dal dito o quello in vena?

I test rapidi analizzano una sola goccia di sangue prelevata da un polpastrello e danno la risposta sulla presenza o meno di anticorpi nel giro di 10-15 minuti. “Ci sono già diversi test sierologici covid realizzabili anche con sangue capillare, cioè con quello prelevato dalla puntura sul polpastrello come si fa per i diabetici”, conferma Locatelli. Ma questi test capillari non sono così affidabili come quelli sierologici.

Che cos’è un test sierologico e come si esegue?

Molto semplicemente si effettua con un prelievo venoso sul sangue del paziente e si ricercano gli anticorpi prodotti contro il Sars-Covid-2.. Dunque, i test sierologici ‘misurano’ gli anticorpi (immunoglobuline) IgM e IgG che vengono prodotti in caso di infezione.

I test sierologici sono tutti uguali?

Non sono tutti uguali perché può variare il livello di specificità e di sensibilità dei test, ma proprio in questi giorni il Comitato Tecnico Scientifico del Ministero della Salute ha definito le caratteristiche tecniche che dovranno avere i test sierologici tra cui un’affidabilità del 95%, la velocità di esecuzione e la possibilità di essere utilizzati su ampia scala nei vari laboratori di analisi di tutta Italia.

Che differenza c’è tra tampone e test sierologico?

Il tampone serve per individuare la presenza del Coronavirus all’interno delle mucose respiratorie.  I test sierologici, invece, servono a individuare chi è entrato in contatto con il Coronavirus e a rilevare gli anticorpi prodotti dal nostro sistema immunitario in risposta al virus. Quindi, raccontano la storia della pregressa esposizione al virus.

Chi dovrà fare i test sierologici?

Per il momento, il test che risponderà a queste caratteristiche verrà somministrato ad un campione di 150-200mila persone individuate su scala nazionale e suddivise per profilo lavorativo, genere e 6 fasce di età.

I test si possono fare  ovunque e in autonomia se un cittadino volesse testarsi da solo, per tranquillizzarsi e capire se ha preso o no?

Di recente sono spuntati sul mercato un centinaio di test (soprattutto quelli rapidi), ma ci sono molti dubbi Coronavirus-SARS-CoV- 2circa la loro affidabilità. Tra quelli sierologici in Italia uno è già stato validato al Policlinico San Matteo di Pavia che ha annunciato che saranno processati circa 500mila campioni al giorno in tutta Italia a partire dal 23 aprile nelle zone rosse lombarde (Bergamo, Brescia, Lodi e Cremona con priorità per medici e infermieri) ma sembra che ce ne siano almeno altri 3 in sperimentazione. In alcune città italiane già da diverse settimane questi test vengono effettuati in laboratori privati, ma non si sa quanto siano affidabili.

Che cosa significa se il test sul sangue è positivo?

Se il risultato è positivo vuol dire che si è sviluppata una qualche immunità al Covid. In teoria siamo pronti per tornare in comunità perché per almeno un certo periodo di tempo non dovremmo rischiare di riammalarci di Covid-19.

Dopo il test sierologico bisogna fare anche il tampone?

“Avere un test positivo per gli anticorpi non esclude che in quel momento un soggetto possa essere infettante. È possibile infatti aver prodotto gli anticorpi (e quindi essere positivi al test sierologico) ma avere ancora in circolo il virus e dunque essere ancora pericolosamente contagiosi. Per questo va fatto anche il tampone.

 

Covid Regione Lombardia Test sierologici

Ora vediamo in particolare cosa ha predisposto la Regione Lombardia nel percorso di riduzione graduale delle misure di contenimento del contagio da Coronavirus. Vi è infatti la necessità di valutare la popolazione ancora suscettibile al virus per consentire una progressiva, utile e sicura riammissione alle comunità di lavoro e alla socialità.

Pertanto, ai fini della conduzione di una indagine epidemiologica sulla diffusione del COVID-19, da giovedì 23 aprile vengono effettuati i test sierologici in 14 centri prelievi lombardi delle province di Bergamo, Brescia, Lodi e Cremona. Dal 29 aprile, le analisi vengono estese a tutta la Regione.

I test sono stati messi a punto con l'IRCCS San Matteo di Pavia e ricercano gli anticorpi anti COVID-19 su sangue venoso periferico. Consistono pertanto in un prelievo di sangue per verificare se un organismo ha sviluppato gli anticorpi e se questi sono neutralizzanti per il virus.

 

DESTINATARI DEI TEST SIEROLOGICI

I test sierologici sono destinati ai cittadini che sono stati messi in quarantena/isolamento fiduciario al domicilio dal Medico di Medicina Generale, dall’ATS a seguito di indagine epidemiologica o da una struttura ospedaliera.

 

A CHI NON È PROPOSTO IL TEST SIEROLOGICO

Il test immunologico non è destinato ai casi di pazienti COVID, con esito di tampone positivo, che hanno concluso la quarantena obbligatoria dopo 14 giorni di clinica silente, con doppio tampone negativo (a 24 ore di distanza).

 

ESITI DEL TEST SIEROLOGICO

- Esito negativo: questa risposta indica l’assenza di infezione pregressa o di un livello molto basso degli anticorpi IgG diretti contro il virus. Per tanto se ancora sintomatico conclude la quarantena, se asintomatico rientra in comunità dopo i 14 giorni dalla fine dei sintomi, senza ulteriori screening.

- Esito dubbio: in questo caso il soggetto è invitato a ripetere il test sierologico dopo una settimana.

- Esito positivo: in questo caso il soggetto effettua anche il tampone nasofaringeo per ricerca di RNA virale. Con tampone negativo, rientra in comunità dopo 14 giorni dalla fine dei sintomi, senza ulteriori screening. Con tampone positivo viene classificato come caso COVID + e si procede con l’isolamento obbligatorio (compreso l’isolamento fiduciario dei contatti stretti).

 INDIVIDUAZIONE DEI CITTADINI DA SOTTOPORRE AL TEST SIEROLOGICO

Sono sottoposti al test i cittadini che sono stati messi in quarantena/isolamento fiduciario al domicilio individuati:

             dalle ATS sulla base delle informazioni epidemiologiche in possesso;

             su segnalazione del Medico curante.

 L’adesione ai test è volontaria. Le autorità sanitarie preposte informano il soggetto del significato dell’esito e delle azioni conseguenti.

Per gli operatori sanitari il test sierologico verrà utilizzato ad integrazione del programma di monitoraggio/screening già in atto.

coronavirus 3 Le prime convocazioni dei milanesi dovrebbero partire la settimana prossima, entro mercoledì 29 aprile se i tempi verranno rispettati. Una prima tranche verrà contattata al telefono per fissare un appuntamento nel centro prelievi più vicino per effettuare il test sierologico, tassello fondamentale in vista della fase 2 dell’emergenza coronavirus. Le rilevazioni partono dalla zona di Codogno e dalla Val Seriana, dai territori più colpiti delle province di Lodi, Cremona, Bergamo e Brescia. Da domani iniziano i test per un primo bacino di circa 50mila lombardi, con l’obiettivo di estendere quindi dal 29 aprile le analisi alla Città metropolitana di MIlano e a tutta la Lombardia raggiungendo una fascia sempre più vasta della popolazione. I kit sono forniti dalla ditta DiaSorin, con sede a Vercelli. Si tratta di test messi a punto con il Policlinico San Matteo di Pavia che consistono in un prelievo del sangue che serve per verificare se un organismo ha sviluppato gli anticorpi e se questi sono neutralizzanti per il virus.

I test danno una "patente di immunità", ma non certificano con le conoscenze attuali l’essere o no infettivi che può essere attestato solo dalla effettuazione di due tamponi nasali.

I test sierologici applicati al coronavirus assumeranno importanza sempre più rilevante nella pianificazione del post lock-down. E' infatti grazie a questi strumenti che potremo avere un quadro più chiaro di chi è entrato realmente in contatto con il virus. Un'informazione utile per poter allentare progressivamente le misure restrittive

CHE COSA SONO I TEST SIEROLOGICI?

A differenza degli ormai noti "tamponi", esame di laboratorio che serve per individuare la presenza del coronavirus all'interno delle mucose respiratorie, i test sierologici servono ad individuare tutte quelle persone che sono entrate in contatto con il virus. Mentre i primi forniscono un'istantanea sull'infezione, i secondi "raccontano" la storia della malattia. Attraverso i test sierologici infatti è possibile andare ad individuare gli anticorpi prodotti dal nostro sistema immunitario in risposta al virus.

COSA VALUTANO?

I test sierologici sono essenzialmente di due tipi: quelli rapidi e quelli quantitativi. I primi, grazie ad una goccia di sangue, stabiliscono se la persona ha prodotto anticorpi -e quindi è entrata in contatto con il virus-; i secondi, dove serve un prelievo, dosano in maniera specifica le quantità di anticorpi prodotti. In entrambi i casi i test sierologici vanno alla ricerca degli anticorpi (immunoglobuline) IgM e IgG. Le IgM vengono prodotte temporalmente per prime in caso di infezione. Con il tempo il loro livello cala per lasciare spazio alle IgG. Quando nel sangue vengono rilevate queste ultime, le IgG, significa che l'infezione si è verificata già da diverso tempo e la persona tendenzialmente è immune al virus

A COSA SERVONO?

Conoscere la presenza di questi anticorpi è utile per molte ragioni. Innanzitutto, poiché forniscono il "film"della malattia e non un'istantanea, ci consentono di sapere quante persone hanno realmente incontrato il virus. Ciò è importante soprattutto alla luce del fatto che molte persone con Covid-19 hanno avuto sintomi blandi o addiruttura sono asintomatiche.

Ciò accade grazie agli studi di sieroprevalenza, ovvero studi in cui si sottopone al test un campione rappresentativo della popolazione. Grazie a queste analisi è possibile conoscere la reale letalità della malattia, la diffusione geografica e la diffusione nelle diverse fasce di età. Indicazioni utili per pianificare quando, come e quanto allentare le misure restrittive.

IL NODO DELL'AFFIDABILITA'

Attenzione però a pensare che tutti i test sierologici siano uguali. Ciò che conta, in ottica delle prossime fasi di gestione della pandemia, è l'affidabilità di questi esami. Test con molti falsi positivi rischierebbero di dare il via libera a persone che in realtà non hanno mai contratto il virus. Non solo, si rischierebbe una fotografia della circolazione del virus poco aderente alla realtà. E' per questa ragione che già ora si stanno valutando tanti test sierologici confrontando il dato ottenuto dal tampone positivo. Solo con un test altamente affidabile potremo estendere l'utilizzo di queste analisi nell'ottica di un allentamento delle misure.