Corriere dell'Umbria
Agente della penitenziaria massacrato di botte in carcere, il pm in aula ha modificato il capo di imputazione, contestando ai due imputati le lesioni personali gravissime, ed in particolare “una malattia certamente o probabilmente insanabile consistente nella sindrome soggettiva del ‘cranioleso’ di natura organica con disturbo ansioso-depressivo”. Gli imputati - un detenuto e il figlio che si trovava in visita nel reparto colloqui il 27 febbraio - sono stati sentiti insieme ai testimoni del pm e i consulenti di parte civile. L’agente era intervenuto in soccorso di un collega, ed è stato colpito con calci e pugni. I consulenti della parte civile - rappresentata da Michele Gambini - Lucia Gargiulo, dirigente medico superiore della Polizia di Stato, e Giuseppe Capocchi, neurologo, hanno evidenziato che l’agente ha subìto gravi danni: è costretto ad assumere farmaci ed è tuttora in malattia. Gli sono stati assegnati 20 punti di invalidità permanente.