Ritardo mentale del bambino - segnali

 

Precisiamo innanzitutto che una eccessiva apprensione verso il neonato non è positiva. E’ pur vero che una dose di opportuna premura può aiutare a capire se qualcosa non va, prima che il neonato sviluppi la naturale capacità di chiedere aiuto.

 

 

 

L’attenzione dei genitori verso il bambino non deve però tradursi nel fare una diagnosi senza il supporto di uno specialista, vuol significare che i genitori hanno il compito di aiutare il pediatra a capire e individuare tempestivamente se vi è un problema da affrontare in modo da porvi rimedio.

 

Bisogna precisare al riguardo che il 3% dei bambini soffre di ritardo mentale e questo perché può accadere che qualcosa nel processo evolutivo del neonato non si svolge regolarmente.

 

E’ risaputo dalle principali statistiche nel settore che il 3% dei bambini soffre di ritardo mentale mentre l’1% soffre di disturbo del linguaggio. Basti ricordare, giusto per fare qualche esempio, l’autismo che colpisce l’1% dei bambini e il disturbo da deficit di Iperattività/Attenzione e così via.

 

Ricordiamo innanzitutto che la maggior parte di questi disturbi possono e devono essere adeguatamente trattati e gestiti ed è per questo che diventa fondamentale una diagnosi precoce.

 

Quali sono quindi i primi segnali a cui fare attenzione?

 

Si deve porre particolare attenzione allo sviluppo affettivo/relazionare, comunicativo e motorio del bambino; i genitori, come è naturale, sono i soggetti più idonei a svolgere questo monitoraggio.

 

Progressi nella Comunicazione

 

Nel periodo che va dai 6 agli 8 mesi il bambino dovrebbe incominciare ad articolare le prime sillabe; questa capacità è denominata “lallazione”.

E’ naturale che le prime sillabe hanno la funzione di attirare l’attenzione dei genitori e quindi si traducono di solito in “mamma” o “papà.

 

Bisogna però fare molta attenzione anche alla comunicazione non verbale, altrettanto importante e significativa.

I bambini infatti comunicano molto attraverso i segni, ad esempio indicando qualcosa che desiderano o portandosi le dita alla bocca e questo dimostra comunque una vivacità comunicativa del piccolo.

 

Le prime parole dovrebbero essere articolate entro i 12/13 mesi, qualora questo non succedesse sarebbe consigliabile un primo consulto.

Il passaggio successivo del piccolo è l’articolazione delle prime frasi che di solito avviene entro i primi 3 anni di vita. Se articola male le parole o non si capisce ciò che dice sarebbe opportuno rivolgersi ad un medico.

 

Sviluppo motorio del bambino

 

E’ un processo che viene segnato da alcune tappe che il piccolo compie a età diverse.

Il primo passo, fondamentale, è intorno ai 3 mesi, quando il bambino incomincia a sostenere il proprio capo. Il secondo step è riuscire a stare seduto da solo, questo normalmente deve avvenire entro 1 anno.

 

L’ultimo passo per il piccolo da compiere è quello di camminare da solo, fase questa che dovrebbe avvenire entro i 18 mesi di vita.

 

Una fase invece  “facoltativa” è il classico gattonamento del neonato, questa fase può anche non avvenire.

 

Tuttavia il bambino deve sommariamente seguire le predette fasi, quindi ove non le rispettasse, sarebbe consigliabile rivolgersi ad un medico per approfondire.

 

Guardare negli occhi e farsi toccare

 

Se un bambino non guarda negli occhi oppure non ama farsi toccare non necessariamente presenta dei disturbi però sarebbe prudente approfondire con la visita di uno specialista.

 

Questi sono segnali ravvisabili già nel primo anno di vita e possono essere una prima spia di qualche eventuale disturbo.

 

Se il bambino nei primi 8/10 mesi di vita scaglia i giocattoli invece di utilizzarli per giocarci, non vuole farsi toccare o non risponde a chi lo chiama con il proprio nome potrebbe essere il caso di approfondire con l’aiuto di un medico specialista.

 

Il pediatra, in questi casi, avrà il compito di indicare la strada giusta da percorre e aiutare i genitori in questo percorso.